AVVISI E CONSIGLI
La maggior parte dei trekking si svolge in zone
completamente incontaminate da qualsiasi tipo di turismo, è necessario perciò
avere molta adattabilità e spirito di collaborazione. Ci sono poi alcune regole
da seguire, per tutti i trekking tra le popolazioni tribali, particolarmente per
i gruppi più isolati.
Occorre molta discrezione nei rapporti con
questi popoli, specialmente con alcune tribù dove ad esempio il rifiuto della
fotografia è anche legato a motivi magici. Così, spesso bisogna resistere
all'impulso di fotografare qualcuno molto fotogenico, per motivi di sicurezza e
incolumità, la propria e quella dell'intero gruppo. Ad esempio con i famosi
Bonda (ma anche con i Kutia Khond e con altri gruppi tribali), il rischio di
ricevere una freccia in pancia è concreto, anche solo per piccoli sgarbi o
scortesie.
Evidentemente dopo essere stati ospiti di un
villaggio, ed esserci conosciuti meglio reciprocamente, qualche foto domandando
prima il permesso sarà possibile farla. Infine in alcuni villaggi saranno loro
stessi a chiedere di essere fotografati, ma sarà solo per curiosità, non per
soldi.
Non mercifichiamo il rapporto con i tribali;
quindi nessun regalo, neanche ai bambini!
Nella spesa del trekking è già inclusa una quota
che sarà versata alla famiglia o al capo villaggio nel caso si dorma in una loro
capanna o si acquisti provviste varie o si usi la loro collaborazione per
qualsiasi altro servizio. Nei rapporti con i tribali, al di fuori di questa
spesa, non dev'esserci nessun altro tipo di transazione commerciale.
All'interno dei villaggi si dovrà sempre cercare
di minimizzare il nostro impatto e comportarci con delicatezza. In alcuni
villaggi isolati è meglio evitare di toccare oggetti, case o persone, poiché ci
sono a volte dei tabù impensabili.
Per quanto riguarda i trekking all'interno dei
parchi e santuari naturalistici, l'aspetto più importante da considerare è
quello della sicurezza; questo implica un seguire fedelmente le nostre
istruzioni. All'interno dei parchi dovremo adattare i nostri ritmi di vita a quelli
degli animali, e ciò significherà a volte sacrificare alcune comodità.
Non bisogna aspettarsi una visione di tipo
savana africana con migliaia di animali tutto attorno a noi, al contrario le
giungle indiane danno al primo impatto una sensazione di assenza di vita,
specialmente in alcune ore della giornata. Gli animali ci sono, ma solo con
l'esperienza, la conoscenza delle loro abitudini, il minimizzare la nostra
presenza e soprattutto pazienza, sarà possibile avvistarli.
L'abbigliamento consigliato è con colori che si
mimetizzino con i colori della giungla (da evitare assolutamente il bianco!);
occorre inoltre limitare urli, rumori, suoni, ecc.
Chi condivide tutto questo farà un trekking
bellissimo, indimenticabile, chi invece non se la sente di assumersi questi
piccoli obblighi, farebbe meglio a rivolgersi ad altre agenzie.
www.orissatrekking.com
paolo.bosusco@libero.it
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